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ALBERTI - DOBRILLA - VIGNOLI: "DIS-CON-TINUO"

period: DAL 17 SETTEMBRE 2011 AL 9 OTTOBRE 2011where: dondolandoArte Atelier via Cadeferro,11 - Martignana di Po (CR)

COLLETTIVA di SCULTURA
Marco Alberti - Filippo Dobrilla - Lorenzo Vignoli


Martignana di Po (CR), DONDOLANDOARTE ATELIER
dal 17 settembre al 9 ottobre DIS-CON-TINUO
l’Anima del Marmo

DondolandoArte Atelier presenta con orgoglio la sua prima collettiva di scultura. Tre artisti straordinari legati dalla stessa passione, l’amore per il marmo, quello delle Alpi Apuane, dal quale ciascuno, a proprio modo, estrapola l’anima.


“… E così anche una divinità non può vedere il proprio volto, ma è destinato a conoscersi, dal petto ai piedi, in uno scorcio verticale. E’ la prima volta che la scultura si misura con questo punto di vista, in un mirabile artificio concettuale perfettamente restituito nel frammento di marmo. Non è accademico Dobrilla: è curioso di ciò che il suo virtuosismo gli consente. Si guarda e si rappresenta, sempre in un eroe, con un esasperato autobiografismo……”
Vittorio Sgarbi – 52° Festival dei Due Mondi di Spoleto

“All’ inizio è stata esclusivamente una lotta contro la razionalità,
contro ogni pensiero che potesse essere logico per la mia mente tutto ciò che cercavo era qualcosa che in un certo senso non appartenesse alla mia conoscenza ma alla mia coscienza.
Uno sforzo che suppongo ha notevolmente inciso su ciò che ho prodotto, una contorsione continua, uno sforzo alla ricerca dell’impossibile, una volontà incontrollata che vuole emergere per sentirsi compiuta e finita.
Ma in realtà, le sculture che ho fatto, rappresentano esclusivamente lo sforzo invano di giungere senza passare lievemente e con tutti i tempi dovuti, alla meta, ho voluto che la vita mi si aggrovigliasse addosso che facesse di me ciò che voleva; per questo ho volato così alto che per lungo tempo ho avuto difficoltà ad atterrare”.
Lorenzo Vignoli

“Non esiste pietra informe, perché ogni pietra di per se è già tridimensionale, come non esiste pietra priva di carattere.
La sua virtù si presta alle mani di chi ne fa buon uso, ma ognuna di essa allo sguardo di chi osserva vive e possiede il continuo presente e la discontinuità dei tempi e dei luoghi.
Lungo i canaloni apuani il marmo modifica i suoi percorsi, a volte il bacino marmifero si ampia coprendo vasti crinali, in altre occasioni si riduce a pochi metri, centimetri, se non a una esile linea di matita.
Sulle sue superfici si snodano sentieri impervi e aspri paesaggi, dove macchie sparse di alberi ristorano il passo accaldato del viandante.
Si incontra nel percorrerli l’ombra del frassino, del carpano, del nocciolo, il mattadro, che con la sua bacca inasprisce i denti, con radici forti che si incuneano in nidi di terra spaccando le rocce.
Sulla vetta, solo avanza il ginepro sottomesso dal vento, cresce disteso fra il carteggiare dei palei orati e la nuda gruzza.
Figlio del capriccio primordiale ognuno si distingue per la sua geologia, la sua flora, il suo dialetto, nell’osservarle appaiono discontinue, ma nel viverle si conosce la loro continuità, scrigni d’infinita maestria e intatta poesia.
Da questo rapporto nasce la mia discontinuità, guidata dalle pulsioni dei luoghi e dalle sue memorie.
Dove luce e ombra confidano allo scalpello la linea da seguire, ad un animo convulso che narra il suo presente dalla fabbrica del sogno.”
Marco Alberti




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